Lavorare in azienda è una sfida
Ho fatto una bella chiacchierata sul mondo del lavoro con il mio compagno d’avventura Pedro Salas Biedma. Spagnolo, di un paesino nei pressi di Malaga, Pedro si è laureato in ingegneria industriale all'Università di Malaga dove è rimasto per un po’ a fare il ricercatore. Adesso è qui con me in Irlanda per imparare l’inglese e divide temporaneamente l’appartamento con me.
Come vedi il mondo del lavoro?
È una domanda molto ampia. Dal mio punto vista, il mondo del lavoro ha tante sfaccettature; io come ingegnere potrei lavorare in diversi ruoli perché è una laurea richiesta da diverse tipologie di aziende. Sono però un po’ spaventato perché il mio background professionale si basa solo sull’esperienza universitaria e non ho mai lavorato in una azienda e dunque so che per lavorarci bisogna essere preparati ed efficienti. Le aziende devono guadagnare e nel caso non ne fossi capace potrebbero licenziarmi.
In Spagna ci sono molti lavori garantiti dallo stato e molti giovani puntano ad avere una professione di questo tipo perché una volta raggiunto il famoso “posto fisso” siamo coperti per tutta la vita ed è abbastanza difficile esserne licenziati.
Quindi lavorare in un’azienda è una sfida e dipende da ciò che hai studiato, ciò che hai imparato nel corso della tua vita professionale. Io preferisco sfidarmi e provare a lavorare in un’azienda piuttosto che avere un lavoro permanente per tutta la vita.
Penso che siamo il paese con la percentuale più alta di occupazione pubblica in Europa, per cui il nostro modo di pensare è diverso da altri paesi dove il sistema educativo ti insegna a portare avanti un tuo proprio business.
Durante il tuo percorso di studi c’è stato qualcuno che ti ha insegnato come affrontare il mondo del lavoro?
Alcuni insegnanti all’Università ci hanno dato una idea generale, ma su competenze specifiche che avremmo potuto ritrovare nelle aziende come ad esempio un particolare tipo di software piuttosto che un altro, ma niente di più.
Alla scuola superiore venivano persone che ci parlavano di lavoro e durante i dibattiti settimanali di “educazione alla cittadinanza” ogni tanto si è parlato anche di lavoro. Più spesso, però, si parlava di attualità.
Il problema è che gli insegnanti prima di essere tali non sono tenuti a lavorare in altri posti e perciò non riescono ad insegnare al meglio come ci si integra nel mondo del lavoro.
Durante il tuo percorso di studi hai mai lavorato?
Durante le superiori non ho fatto esperienze lavorative perché volevo concentrarmi sullo studio, anche perché penso che lo studio sia una forma di lavoro per quella età.
Durante l’università mi sono unito a un dipartimento di ricerca lavorando per tre ore al giorno per 8 mesi con l’obiettivo di diventare assistente ricercatore, posizione che ho tenuto per un anno e mezzo nel dipartimento di elettronica. E’ stata un’occasione per mettere in pratica le cose che avevo studiato. Oltre a questo non ho fatto altro.
Esiste un sistema di alternanza di scuola-lavoro in Spagna?
No, non abbiamo nulla del genere in Spagna. Gli studenti studiano senza poter mettere in pratica ciò che hanno appreso e non vengono introdotti in nessun modo nel mondo del lavoro, quanto meno durante le superiori. Infatti il problema è che non ci sono connessioni tra scuole superiori e aziende.
Per quanto riguarda l’università, invece, ci sono connessioni con le aziende a partire dalla seconda metà del tuo percorso con anche tirocini dove puoi metterti alla prova.
Perché hai scelto ingegneria?
Sono sempre stato bravo nelle materie scientifiche, per cui ho sempre preferito focalizzarmi su queste piuttosto che le materie umanistiche.
Ho poi scelto ingegneria industriale perché dà un’impronta più generale, più conoscenze in diverse materie che permettono poi di poter lavorare in più professioni, per cui credo abbia più opportunità per il futuro. Penso di aver deciso secondo ciò che mi piace e mi possa essere utile. Non ho rimorsi.
Se posso dare un consiglio: per individuare la tua strada devi scegliere tra cosa ti piace di più e cosa è più richiesto come professione, perché se scegliessi una facoltà universitaria con pochi sbocchi professionali, dopo qualche anno potresti scoprire che non è quello che avresti voluto fare, ma saresti quasi costretto da un titolo di studio che non ti apre ad altro.
Se studi filosofia, per esempio, devi sapere che molto probabilmente diventerai un insegnante, per cui, se non ti piace insegnare, forse non dovresti studiare filosofia.
Qualcuno ti ha aiutato a scegliere l’università?
No, però mio padre è un ingegnere e ho deciso di fare un lavoro simile al suo. Ovviamente ho parlato della mia scelta anche con amici e parenti per sapere cosa ne pensassero perché comunque è sempre comodo avere il punto di vista di una persona che ti conosce da un po’ di tempo.
Ci sono organizzazioni o community che aiutano gli studenti a capire cosa vogliono fare da grandi e come arrivarci?
Si, in ogni scuola superiore c’è almeno un “coordinador” o “coordinadora” a cui si possono richiedere consigli e notizie sulle differenti possibilità che si hanno e sulle varie materie che devi scegliere durante il tuo percorso scolastico. Quando hai 16 anni in Spagna, infatti, devi scegliere le materie di indirizzo in prospettiva dell’università. Possiamo anche rivolgerci a qualche sportello locale che aiuta a scegliere la propria strada e orientarti, anche gratuitamente, ma in pochi lo utilizzano.
Io non ho mai utilizzato queste cose ma so che esistono e possono aiutare anche nel creare un buon curriculum.
Inoltre so per certo che c’è anche uno sportello in ogni comune chiamato “area de juventud” che fa delle sessioni settimanali su diversi ambiti tra cui anche quello per introdurre al mondo del lavoro.
Che progetti hai per il futuro?
Ho studiato molto fino a questo momento e penso di essere abbastanza preparato per cercare un lavoro come ingegnere. Ora che sono qui in Irlanda del nord per migliorare il mio inglese perché in questo modo posso cercare un lavoro anche fuori dalla Spagna.
Come hai creato il tuo CV?
Il mio primo CV l’ho realizzato quando avevo 18 anni e per farlo ho chiesto ad amici le bozze dei loro cv. Ho poi cercato informazioni su youtube e su internet per sistemarlo e poi l’ho rivisto con amici e parenti per capire se avessi fatto qualche errore o se andasse bene.
Cosa ti servirebbe in questo momenti per essere informato come si affronta il mondo del lavoro?
Ho una lacuna riguardo i colloqui di selezione perché nessuno mi ha mai aiutato a lavorarci. Non avendo mai lavorato non saprei nemmeno come funzionino, inoltre non so come descrivere al meglio le mie qualità e come si fa a risultare appetibile per una azienda.
Quindi vorrei capire come si fa un buon CV, come si affronta un colloquio di lavoro e come si cerca il lavoro che mi interessa e fa per me.
Ringrazio di cuore Pedro per avermi concesso del tempo e questa bella intervista. Dal suo racconto si può desumere che Spagna e Italia si somigliano, e molte caratteristiche purtroppo sono negative: alta percentuale di disoccupazione, un sistema scolastico non organizzato e una alternanza scuola-lavoro quasi inesistente.
Forse la causa della disoccupazione è che i giovani italiani e spagnoli non sono abbastanza formati e informarti ad affrontare il mondo del lavoro?
Dove c’è scarsità di formazione, arriviamo noi di SpoilerBox e ci inseriamo perché vogliamo dare risposte a domande che molti giovani si pongono, comuni a tutti, ma che spesso vengono sottovalutate.
In gioco c’è il nostro futuro e, per estensione, quello italiano e noi di SpoilerBox vogliamo dare il nostro contributo per favorire il dialogo tra noi giovani e il mondo del lavoro.
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